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Le autorità di regolamentazione britanniche non si fideranno mai più di quelle islandesi e i paesi dell'Europa Orientale non vorranno più continuare a dipendere da banche straniere.
Quindi è necessario che la regolamentazione assuma una portata internazionale. In caso contrario, i mercati finanziari globali verrebbero devastati dallo "shopping normativo": gli imprenditori si trasferirebbero in paesi dove la regolamentazione è più blanda, esponendo altri paesi a rischi che non possono permettersi di correre.
La globalizzazione ha avuto successo perché ha costretto le nazioni a rimuovere le regolamentazioni, ma il processo non funziona al contrario. Sarà difficile convincere i paesi a trovare un accordo su una regolamentazione uniforme. Paesi diversi hanno interessi diversi, che li spingono verso soluzioni diverse.
Lo si può vedere in Europa, dove gli stati membri dell'Unione Europea non riescono ad accordarsi su un insieme uniforme di regole finanziarie. E se non ci riescono loro, come può riuscirci il resto del mondo?
Negli anni Trenta il protezionismo peggiorò una situazione già difficile. Nell'odierna economia globale, l'ascesa del protezionismo finanziario rappresenta un pericolo ancora maggiore.
Copyright: Project Syndicate, 2009
(Traduzione di Fabio Galimberti)